Napoli.
“Per vivere la Quaresima, in famiglia digiuno con la Tv”
17 marzo
2004.
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Il tempo di Quaresima è
tempo di penitenza, preghiera, digiuno, ascolto, conversione,
carità e condivisione. E’ tempo ricco di propositi di bene che
si vorrebbero concretizzare, ma sempre ci si riesce.
Se
Quaresima, in primo luogo, significa impegno personale nella
penitenza e nella riconciliazione, è altrettanto impegno
comunitario e familiare. E prima di tutto tale impegno riguarda la
famiglia cristiana, sempre più caratterizzata da un clima di
insofferenza, di intolleranza e di assenza dialogo.
Facendo
tesoro dell’appello che il Santo Padre ha rivolto ai cattolici
per questa Quaresima 2004 e per recuperare un clima familiare più
adatto al ruolo formativo della famiglia nei confronti dei
bambini, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei
passionisti della Campania e Basso Lazio, docente di teologia
morale, propone "un giorno di digiuno televisivo settimanale,
da farsi preferibilmente alla Domenica, giornata che meglio si
addice a recuperare la dimensione familiare della propria
esistenza".
“Penso
che sia duro –sottolinea il teologo- ma necessario fare scelte
del genere, in quanto la giornata festiva la si dedica molto a
seguire programmi televisivi e sportivi in particolare e poco alla
famiglia. Tra film, telenovele, sport, serial ed altro ancora c’è
davvero poco spazio per recuperare dialogo nelle famiglie,
soprattutto dove ci sono bambini.
Di
fronte ai dati statistici particolarmente preoccupanti circa la
videodipendenza dei minori, padre Rungi, fa "appello al senso
di responsabilità dei genitori e dei tutori di minori affinché
non li abbandonino a loro stessi, completamente dipendenti dai
messaggi televisivi, senza una valutazione critica degli stessi e
senza confronto con gli stessi minori che ne usufruiscono in
misura sproporzionata".
E
prosegue padre Rungi: "E una grave responsabilità morale
davanti alla propria coscienza ed alla società civile lasciare i
bambini abbandonati a se stessi davanti alla televisione per
essere liberi e per attendere ad altre occupazioni. La Televisione
non può essere la baby-sitter dei bambini di oggi, ma solo un
strumento di informazione che bisogna sapere usare, nel caso
specifico dei minori, con particolare attenzione".
Ed
un invito a gestori dei servizi televisivi pubblici o privati:
"Fate in modo, attraverso i vostri programmi, di non
catturare in tutti i modi gli interessi dei bambini per bloccarli
passivamente davanti alla televisione, al fine dell'audience e
soprattutto per promuovere vendite di ogni genere. Questa
strumentalizzazione del mondo infantile non potrà che apportare
gravi problemi all'infanzia e all'intera società globalizzata".
Perciò "i programmi domenicali siano più mirati ad un
pubblico adulto e solitario, piuttosto che a catturare l'interesse
della famiglia e a bloccarla in casa o comunque davanti alla Tv,
incapace di relazionarsi all'interno dei propri componenti e con
il mondo esterno. Non vi preoccupate dell’audience ed anche voi
cercate di essere più distaccati da questo mezzo di comunicazione
invasivo, recuperando anche voi libertà e serenità. L’uso
eccessivo della Tv è pericoloso per chi la fa e per chi ne
usufruisce".
Da
qui un appello particolare ai genitori: "Fate in modo che
almeno una volta alla settimana i bambini si astengano dalla
'nuova droga' della televisione, che ne offusca la libertà di
pensiero e ne limita la creatività. Al contrario dedicate maggior
tempo a loro in dialogo, passeggiate, visite a persone, gite fuori
casa o semplici giochi da condividere con loro. Essere padri e
madri -conclude il teologo Rungi- significa oggi più che mai
sacrificarsi per i figli non solo per innalzare gli standard di
vita economica, ma soprattutto la qualità della vita etica,
interiore e relazionale con coetanei e grandi".
Ed
intanto, già molte famiglie cattoliche hanno deciso, al mercoledì,
al venerdì o in altri giorni di scegliere come forma penitenziale
per la Quaresima, l’astinenza dalla Televisione, dedicando tale
tempo al volontariato, ad una buona lettura spirituale o ad opere
di bene.
“Buon
segno tale scelta –sottolinea padre Rungi- per dare senso ad un
periodo di preparazione alla Pasqua, che è tempo di preghiera,
penitenza, carità e disintossicazione generale della persona e
dell’ambiente in cui viviamo”.
Ed
intanto si attendono i risultati dell’Auditel, per sapere se
effettivamente nei giorni indicati dal teologo c’è meno consumo
di Tv nelle nostre famiglie e case, in questo periodo di
preparazione alla Pasqua.
Napoli 17 marzo 2004
Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it
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