Testamento Spirituale
TESTAMENTO SPIRITUALE,
ossia ricordi lasciati da S.Paolo della Croce ai suoi religiosi
prima di morire (29 agosto 1775).
«Appena giunto il sacerdote nella sua stanza con il SS.Viatico,
il P.Paolo, che non si poteva quasi muovere dal letto per i suoi
mali, al veder presente il suo amoroso Redentore, con gran
vivacità e fervore alzò le braccia in segno di devozione ed
amore, dicendo con tutto il cuor sulle labbra: Ah Gesù mio caro,
io mi protesto che voglio vivere e morire nella Comunione di
Santa Chiesa. Detesto ed abomino ogni errore. Di poi recitò ad
alta voce il simbolo degli Apostoli, accompagnando ogni parola
con gran sentimento di cuore; e quindi, perché ne era stato
istantaneamente richiesto e perché era attualmente di tutti il
Superiore e il Padre, diede, alla presenza di Gesù Sacramentato,
gli ultimi e principali ricordi, che nel tempo stesso da due
Religiosi, dall'infermo non veduti, erano fedelmente scritti
nella contigua cappella» (Vita del Santo, scritta da S.Vincenzo
Maria Strambi, pag. 184).
1°
Prima di ogni altra cosa vi raccomando assai
la carità fraterna... Ecco, fratelli miei dilettissimi, quello
che io desidero con tutto l'affetto del povero mio cuore da voi
che vi trovate qui presenti come da tutti gli altri che già
portano quest'abito di penitenza e lutto in memoria della
Passione e morte di Gesù Cristo nostro amabilissimo Redentore, e
da tutti quelli che saranno chiamati da Dio a questa povera
Congregazione e piccolo gregge di Gesù Cristo.
2°
Raccomando poi a tutti e specialmente a quelli che saranno in
ufficio di Superiori, che sempre più fiorisca nella
Congregazione lo spirito dell'orazione, lo spirito della
solitudine, e lo spirito della povertà; e siate pur sicuri che,
se si manterranno queste tre cose, la Congregazione fulgebit in
conspectu Dei et gentium.
3°
Raccomando con gran premura un filiale affetto verso la Santa
Madre Chiesa, ed una intierissima sommissione al capo di essa,
il Sommo Pontefice; per il quale effetto pregheranno giorno e
notte, e procureranno di cooperarvi e di aiutare le anime a
salvarsi, per quanto potranno, secondo l'Istituto, promuovendo
nel cuore di tutti la devozione alla Passione di Gesù Cristo e
ai dolori di Maria Santissima.
4°
Raccomando a tutti l'osservanza delle Regole e niuno dica: De
minimis non curat praetor. Faccia ognuno conto delle cose
piccole e amino la Congregazione come madre.
5° (I
Superiori) tengano conto del buon grano, e lontana la zizzania.
6°
Domando poi perdono, colla faccia nella polvere e con pianto del
mio povero cuore, a tutti in Congregazione, sì presenti che
assenti, di tutti i mancamenti da me commessi in quest'ufficio,
che per fare la volontà di Dio ho esercitato in tanti anni...
Sì, mio caro Gesù, io, benché peccatore, spero di venire presto
a godervi nel santo Paradiso, darvi, nel punto della mia morte,
un santo abbraccio, per stare poi sempre unito con voi in
perpetuas aeternitates... E vi raccomando adesso per sempre la
povera Congregazione, che è frutto della vostra Croce, Passione
e Morte. Vi prego a dare a tutti i Religiosi e benefattori di
essa la vostra santa benedizione.
7° E
voi, o Vergine Immacolata, Regina dei Martiri, per quei dolori
che provaste nella Passione del vostro amabilissimo Figlio, date
la vostra materna benedizione a tutti, mentre io li ripongo e
lascio sotto il manto della vostra protezione.
Ecco, dunque,
Fratelli miei cari, quali sono i ricordi che io vi lascio con
tutto il povero mio cuore. Io vi lascio e vi starò attendendo
tutti nel santo Paradiso, dove pregherò per la Santa Chiesa, per
il Sommo Pontefice, nostro Santo Padre, per la Congregazione e
benefattori: e vi lascio tutti, presenti ed assenti, colla mia
benedizione.
Benedictio Dei Omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus
Sancti, descendat super vos et maneat semper.
(Process. Apost. - Summ. pag. 863 e segg.)
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