45º Capitolo Generale dei Passionisti
ROMA 1 - 23 OTTOBRE 2006

 

Omelia – Liturgia d’apertura 1 Ottobre 2006

P. Ottaviano D’Egidio, Superiore Generale



Carissimi Fratelli della Congregazione e Famiglia passionista, Sorelle e fedeli,

Vi porgo il benvenuto anche a nome di S. Paolo della Croce, nostro Padre e Fondatore, le cui spoglie riposano nella Cappella di sinistra sotto l’altare. Un benvenuto affettuoso, fraterno, gioioso perché è bello stare insieme nella casa del Signore per rendere a Lui gloria, per scrutare i suoi piani nella preghiera, con il silenzio e l’ascolto per poi condividerli nel dialogo e nelle decisioni del Capitolo. 

Sarà un cammino come simbolicamente abbiamo voluto effettuare dalla Chiesa della Navicella a questa splendida Basilica dei fratelli martiri SS. Giovanni e Paolo, la cui casa romana del 2° secolo, restaurata, è sotto la Basilica stessa. 

Anche la Prima lettura rievoca il cammino: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quaranta anni nel deserto. Osserva i comandi del Signore tuo Dio camminando nelle sue vie e temendolo; perché il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile” (Dt.8,2;7). 

Abbiamo iniziato il cammino dalla Chiesa della Navicella perché proprio nella stessa Chiesa Paolo della Croce e il fratello Giovanni Battista, come abbiamo già ricordato nella liturgia iniziale, incontrarono il Papa Benedetto XIII che era andato a visitare la Chiesa per verificarne i lavori di restauro.- Era il 21 marzo del 1725, primo giorno di primavera di quell’Anno Santo. Sono sorprendenti e in un certo senso giocose le circostanze, i luoghi e ciò che accadde in questo primo incontro di S. Paolo della Croce e del Venerabile Giovanni Battista con il Papa. È come se i piani di Dio, che amorevolmente ci segue e custodisce, fossero già presenti e visibili in alcuni segni, bastava soltanto saperli riconoscere.

- Benedetto XIII visita la chiesa per verificare i lavori di restauro.

- La chiesa è detta della navicella per una fontana antistante la chiesa

che culmina in una piccola nave che salpa tra le acque.

- La chiesa della navicella confina attualmente con Via S. Paolo della Croce e con l’Arco di Dolabella è unita ai giardini e al Convento dei SS. Giovanni e Paolo, prima casa religiosa dei passionisti a Roma. Qui S. Paolo della Croce trascorrerà i suoi ultimi anni di vita e vivrà alte mistiche esperienze e qui riposa il suo corpo. Sorprendente il gioco dei simboli e delle coincidenze che non sono coincidenze, ma sottile filo dei piani di Dio, basta saperlo vedere e capirne il linguaggio.

- Il Papa visita la Chiesa per verificarne il restauro. Monsignor Cavalieri, aveva affermato che i tempi per la nuova Congregazione erano maturi, la Chiesa aveva bisogno di nuovo fervore e restauro.

- La navicella: segno della nuova Congregazione che inizia la sua navigazione nella storia della chiesa e del mondo. Non sappiamo se per questo in un suo scritto S. Paolo della Croce descriverà la Congregazione come una barchetta in mezzo all’oceano .

- La Basilica è dedicata ai due fratelli santi martiri dl nome.Giovanni e Paolo, come Paolo della Croce e Giovanni Battista.

- L’incontro con il Papa avviene il 21 marzo, primo giorno di primavera, a significare una nuova vita e speranza con la nuova Congregazione nascente.

Finalmente i due fratelli sono ai piedi del Papa che li ascolta con benevolenza e concede con l’ormai celebre “VIVA VOCIS ORACULO”, la facoltà di radunare compagni e quindi di avviare la Fondazione della Congregazione. È quanto desiderato. Il successore di Pietro con la sua autorità pone il fondamento “a questa povera ed umile congregazione”, come la chiamerà S. Paolo della Croce. Furono ricolmi di gioia. È primavera, si parte!, la navicella si stacca dal molo e naviga verso il calvario. 

Un permesso che poggia anche soltanto su un consenso espresso a parole, è quanto basta a Paolo, che vive di pura fede, per conoscere la volontà di Dio e per sapersi orientare. È un soffio dello spirito di Dio. Prima delle approvazioni scritte e canoniche già è nata nei disegni della Provvidenza la nuova famiglia religiosa. Il Pastor scrive nella Storia della Chiesa: “S. Paolo della Croce che progettava una Congregazione per promuovere le Missioni interne ed estere ebbe da Benedetto XIII il permesso nel 1725 di accogliere Novizi. Sorse così l’ordine dei Passionisti o chierici scalzi della Passione e Croce di N. S. Gesù Cristo”. Anche per il Pastor la Congregazione nasce in questo primo giorno di primavera del 1725 al soffio dello Spirito. Essa lavorerà nella vigna del Signore ed essa stessa sarà vigna. 

“Io sono la vite e voi i tralci”, ci ha detto Gesù nel Vangelo di oggi. “Chi rimane in me ed io in lui ,fa molto frutto”: sulla croce l’uva pigiata darà vino abbondante, è il sangue di Gesù che ci salva . Mistero d’amore e dolore la Passione di Gesù, cuore e centro della nostra vocazione , vita e missione.” 

“Fratelli”, scrive S. Paolo apostolo ai Filippesi e a noi. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale pur essendo di natura divina .. umilio’ se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce…Per questo Dio lo ha esaltato..ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore.” È il mistero pasquale fonte di vita e di carità che fa fiorire sentimenti di amore e compassione reciproca e rende piena la gioia con l’unione degli spiriti. È con questa disponibilità spirituale che dobbiamo vivere l’evento di grazia del Capitolo generale. 

Il simbolo della vite e dei tralci, con il suo forte carico di vita e di mistero pasquale con l’uva pigiata, sarà il tema guida delle liturgie capitolari. Durante questo periodo, Dio ci accompagnerà con la sua Parola che illumina, come ha fatto fino ad oggi. 

La nostra Congregazione, piccola vite, è chiamata da Dio a vivere la rinnovata comunione nello Spirito Santo, mediante il processo della Ristrutturazione, che poniamo sull’altare con l’ostia e il vino perché Dio lo accetti e benedica . Ma siamo anche convinti che per riuscire in questa impresa dobbiamo crederci fino in fondo e non deviare dalla meta. Dobbiamo rifuggire dal proporci strade più facili, già battute, più sicure. Invece no, se vogliamo realizzare qualcosa di nuovo e di utile che Dio vuole, non dobbiamo imitare, o fare quello che altri hanno già fatto, ma ascoltare lo spirito e discernere cosa vuole Dio da noi con un disegno irripetibile. E dobbiamo allontanarci dal pessimismo, dalla pigrizia e dal dubbio e tenere lo sguardo sullo scopo che è rendere più viva ed efficace la nostra vita e missione. 

Infine dobbiamo dimenticare noi stessi, considerarci solo un mezzo e non un fine. Allora sarà possibile raggiungere il nostro obiettivo a vantaggio del Regno di Dio perché la gente capirà che lo facciamo per loro e per Iddio e non per noi. È incredibile la forza che nasce dal disinteresse. Il massimo “disinteresse” verso se stesso si è realizzato sulle croce quando Gesù, “umilio se stesso facendosi abbediente fino alla morte”“ e offrendosi come dono assoluto agli uomini e alla creazione nella volontà del Padre. E per noi il Crocifisso è il maestro che dobbiamo seguire ed imitare. 

Maria, Madre della Passione e del Crocifisso-Risorto, ci accompagni con il suo cuore di madre nel cammino capitolare che oggi iniziamo con la presente concelebrazione eucaristica nella quale moriremo misticamente con Gesù e tra noi con un’unica e stessa morte e “diventiamo un solo corpo e un solo spirito” in Gesù, per Gesù e con Gesù. Amen.