Dalla prima missione compiuta a
Sora dai Padri Passionisti nel 1788, a pochi anni dalla morte di S.
Paolo della Croce, sino al definitivo insediamento favorito dal vescovo
Montieri nel 1842, questa Comunità religiosa diventa fortemente
partecipe della vita sorana.
Nella cerimonia ufficiale di
consegna del convento, già dei Padri Cappuccini, il sindaco
disse: "abbiamo consegnato il locale, riattato e ampliato, a
soddisfazione dei desideri del Pubblico a gloria di Dio, a beneficio
delle anime e a decoro della città". Tali aspettative,
credo, che si siano tutte realizzate nel corso dei 150 anni che, con
alterne vicende, hanno visto l'operato continuo dei Passionisti nel
diffondere presso la popolazione la Passio Christi e la passione
dell'uomo, come ben sintetizza p. Costantino. Proprio a p. Costantino si
deve la ricerca capillare degli oggetti e dei documenti che con grande
amore ha studiato e conservato.
L'itinerario della mostra si
articola in sezioni dove trovano posto i documenti d'arte e d'archivio,
i volumi antichi e rari e gli oggetti della vita quotidiana. Manca
l'opera d'arte di grande importanza, perché la vita di un Ritiro
Passionista è vita di povertà, anche se proprio i
Passionisti hanno ricevuto in consegna e conservato nella chiesa di S.
Maria degli Angeli uno dei dipinti più belli di Sora ovvero la
pala della Madonna della Vallicella, commissionata dal card. Baronio.
Lo sforzo compiuto dai Padri
Passionisti di Sora e dal p. Costantino nel realizzare la mostra con
l'aiuto delle autorità locali è un esempio importante di
tutela nel territorio, attraverso la conservazione degli "oggetti", dei valori storici e artistici rappresentativi di una
comunità che certamente in questa esposizione avrà
occasione di conoscere e ripensare a parte delle sue radici.
Claudia Tempesta
Soprintendenza per i Beni
Artistici e Storici di Roma