“ L’amore preferenziale per i poveri deve essere un
impegno sempre piu’ avvertito e corale”
(Giovanni Paolo II al Convegno di Palermo)
E' trascorso giusto un anno e mezzo da quando il Direttivo dell'Aseap ebbe
un primo incontro con il Responsabile della Missione in Brasile, P. Mauro
Bastos ,(il 5 giugno 1994) per approfondire il tipo e le modalità di una
nostra collaborazione a favore dei bimbi accolti negli asili gestiti dai
Passionisti.
Varie furono le ipotesi emerse in quell'incontro, ma alla fine, anche su
consiglio di padre Mauro, si scelse la strada più facilmente percorribile
per 1'efficacia e per ovvi motivi burocratici: sostenere con periodici
contributi la coraggiosa iniziativa umanitaria intrapresa dai missionari, di
cui parecchi nostri ex amici dell’alunnato.
La comunicazione ai soci fu data dal nostro Segretario, con parole molto
accorate e pertinenti allo Statuto dell’Aseap.
La risposta degli aderenti fu pronta posituva e commovente. Ci fu chi in
quello stesso giomo consegnó a padre Mauro Bastos un milione; altri invece,
in pochi giorni si organizzarono per formare dei "gruppi di solidarietà" con
i più stretti amici del paese o del lavoro.
E' stato, da allora, un cammino scandito da piccoli passi, ma inarrestabile
e coinvolgente. Tanti soci hanno dimostrato la loro sensibilità verso i
bambini poveri, verso quelli più poveri, verso quelli che non hanno
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niente e non contano niente, cioè verso quelli che per il
loro governo potrebbero anche scomparire o morire tranquillamente nella
indifferenza generale, visto che non sono utili alla comunita’ dei
cosiddetti' "benestanti". Fa piacere ora notare come lo spirito più
dell’accoglienza abbia maturato tanto i soci che hanno offerto sempre con
discrezione, senza la minima tentazione di una futile gratificazione
personale o di un'ostentata magnanimità.
Fa piacere constatare come tutti i soci e tanti amici continuano a
sostenerci moralmente in questa gara avvincente che, volendo alla fine fare
un consuntivo, pare che è più quello che stiamo ricevendo come soddisfazioni
spirituali che quel poco che doniamo.
Fa piacere ora sentirci più ecclesialmente impegnati e ritrovarci anche
"attuali" sulla scia del Convegno di Palermo, celebrato a fine novembre;
''non possiamo delegare solo ad alcuni la cura dei poveri, non possiamo
lasciare nell'isolamento quanti operano per dar loro dignità (dal messaggio
finale).
Le nostre eventuali pigrizie o il nostro indugiare nella generosità,
inevitabilmente allungano i tempi di sofferenza di tanti poveri bambini e
allontanano da loro la speranza e la gioia di una vita "vera".
Chi è in croce, come lo sono quei bimbi poveri, sente scorrere ogni attimo
di vita come se fosse il passo ineluttabile di una morte lenta.
Affrettiamoci ancora di piú a schiodare quei "piccoli crocifissi". E
schiodare un bimbo o un uomo dalla sua croce... è sentire la incontenibile
gioia della resurrezione.
Antonio Romano |